
Zena e Attilio, in Piovono Corvi, ad un certo punto si ritrovano a casa di Carlito, una sorta di Mr. Wolf che risolve problemi. È lì che conoscono quella che io, tra me e me, chiamo La Dama Bianca. Un po’ come quando Frodo e i suoi bodyguard incontrano Dama Galadriel. Quando lavoravo allo storyboard di Piovono Corvi ho pensato proprio a Galadriel, ma corrotta, imprigionata, vendicativa… umana.





Dai Colossi del Tempio maggiore di Ramses II a L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, dal mecenatismo mediceo alla pinacoteca Agnelli o la collezione della famiglia Berlusconi (e di esempi se ne potrebbero fare mille) l’Arte, in tutte le sue forme, non è mai stata commissionata o posseduta per una semplice questione di gusto personale ma anche e soprattutto per ostentare ricchezza, prestigio sociale, prosperità, autorità e consolidare il proprio potere.
Esattamente come la Dama Bianca. E non è un caso se le stanze per le quali si aggira siano intonse, pulite, non rovinate o sporche, come disegno di solito le ambientazioni dei miei fumetti: le stanze della Dama Bianca sono un tempio dove giustizia e verità si uniscono, cambiando bruscamente il percorso di Zena e Attilio.




È per questo (e non me lo sono inventato io) che l’arte è preservata fino alla fine, anche in un mondo che si sgretola minuto dopo minuto.